Testamento Artistico e Morale di Orazio Costa
Orazio Costa mentre legge pubblicamente il suo Testamento Artistico e Morale
Domenica 14 novembre 1999 si è spento Orazio Costa Giovangigli.
Questo messaggio che Costa indirizzava ai giovani allievi attori
è un invito all'attore
a ricordare ciò che spesso dimentica o trascura:
la sua natura di strumento creatore di poesia,
la sua funzione di annunziatore della parola scenica,
il suo compito di rivelazione dell'essenza dell'uomo.
Inqueste frasi è racchiuso
il lascito del suo alto magistero di regista e pedagogo,
sul quale tutti noi,
che al teatro chiediamo alimento,
al di qua e al di là dellaribalta,
siamo chiamati a meditare.
"Se sapete che il vostro strumento siete voi stessi,
conoscete anzitutto il vostro strumento,
consapevoli che è lo stesso strumento che danza,
che canta, che inventa parole e crea sentimenti.
Ma curatelo come l'atleta, come l'acrobata, come il cantante,
assistetelo con tutta la vostra anima, nutritelo di cibo parcamente,
ma senza misura corroboratelo di forza, di agilità di rapidità,
di canto, di danza di poesia e di poesia e di poesia.
Diverrete poesia aitante, metamorfosi perenne dell'io inesauribile,
soffio di forme, determinati e imponderabili; di tutto investiti,
capaci d'assumere e di dimettere: passioni, violenze, affezioni,
restandone arricchiti e purificati...
tesi alla rivelazione di ciò che l'uomo è:
angelo della parola, acrobata dello spirito, danzatore della psiche,
messaggero di Dio e nunzio a se stesso e all'universo d'un se stesso migliore."
P&C 2012 by PAOLO COCCHERI